Nicola Celio

Nicola Celio
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Nicola Celio
19.06.1972
Prima i sogni, poi le emozioni con l'Ambrì nel cuore
Affermare che l'Ambrì è qualcosa di importante per me è davvero superfluo. Dei miei 39 anni, i 35 che ricordo li ho infatti trascorsi in biancoblù. Prima come giocatore, facendo la naturale trafila fino a raggiungere la prima squadra. Oggi come aiuto allenatore del settore giovanile e, beninteso, come tifoso. L 'Hockey club Ambrì­Piotta è quindi per me una sorta di seconda pelle, di seconda famiglia, a cui devo gran parte della mia vita attuale e al cui interno custodisco il mio personale album di ricordi, emozioni, sensazioni. Paradossalmente me ne rendo conto di più ora che non quando giocavo.
Il periodo delle giovanili è stato per me il tempo del divertimento e dei sogni. Si sudava sul ghiaccio e poi si andava alla Valascia ad assistere alle partite. A vedere "quelli veri", con la speranza un giorno di essere lì al loro posto. Ho avuto questo privilegio. E l'ho avuto con un Ambrì in Serie A, in un campionato competitivo e di alto livello come il nostro.
In prima squadra ho giocato quasi mille partite e ho vissuto e provato emozioni spaventose, indescrivibili. In quel particolare contesto si vive ogni momento con la ferma idea di dare il massimo. Sempre. Certo, si è pagati, curati, monitorati; ma la pressione c'è e si sente. Nella testa e anche altrove. E per me si è ripetuta quasi mille volte, ogni volta che scendevo sul ghiaccio.
Oggi è tutta un'altra cosa. Lavoro con i giovani, e in loro rivedo gli stessi sguardi di chi avevo a fianco durante la mia avventura in biancoblu. In alcuni rivedo l'impegno, la voglia di fare e riuscire che mi animava da ragazzino. Quel dare sempre qualcosa in più. Che serve sempre.
Lavorare con i giovani è estremamente motivante. Ma ciò che mi ha stupito nel mio dopo carriera agonistica sono state le sensazioni che si vivono da tifoso. Spaventose anche quelle. Da spettatore, da tifoso, vedo e capisco cose che non immaginavo. Provo sensazioni che sul ghiaccio non sentivo. Ho capito che cosa significa per alcuni avere "in un certo modo" l'Ambrì nel cuore; e non poter fare nulla per aiutarlo, se non con la presenza, l'incitamento. Si soffre. Ed è quel soffrire di chi vuole bene.
Il club ha vissuto momenti difficili. Ricordo quelli della stagione 2002. Anche lì c'era il timore di non farcela. Quest'estate è stata la stessa cosa. Ne siamo usciti bene, con la dignità e la signorilità di chi sa di essere sulla strada giusta. E credo anch'io che quella imboccata dall'Ambrì sia la via più corretta per vincere finalmente le difficoltà, uscire dal tunnel, vedere un futuro migliore, più sereno.
Con la passione e con il cuore si possono fare molte cose. La storia dell'Ambrì, la nostra storia, è lì a dimostrarlo. 75 anni, nessuno mai davvero facile. Ma tutti avvincenti. Emozioni da paura, in certi frangenti. Ha la pelle dura, il nostro Ambrì. La stessa pelle dei duri che non mollano mai. Cinque leoni, come si sente dagli spalti. Da sempre. Da 75 anni di vera passione e per altri ancora, fino ad arrivare al secolo e poi ancora oltre.
Con l'Ambrì nel cuore.
Nicola Celio
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